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CAIVANO, il Commissario De Vivo a Roma e la politica sul territorio arranca

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CAIVANO – Stamattina il Commissario Prefettizio De Vivo si è recato a Roma in quel del Ministero per discutere del bilancio stabilmente riequilibrato presentato dalla giunta Monopoli e approvato in Consiglio nel Gennaio scorso. Quindi si attendono novità da quest’incontro. Ma a questo punto dovrebbe prevalere la linea della pianificazione lenta e del susseguirsi di bilanci approvati con vari disavanzi da spalmare durante l’arco degli anni. In sostanza prevarrà la linea dei Revisori dei Conti, cioè quella di allungare i tempi del risanamento. Non riusciamo ad immaginare però, alla luce anche di quanto emerso dalle varie denunce fatte dall’ex sindaco Monopoli, quello che potrà accadere dal punto di vista delle determinazioni, visto che senza la mannaia del dissesto, quasi sicuramente si andrà avanti a suon di somme urgenze e appalti diretti, modalità di gestione molto in voga in quel di Caivano. E anche per questo che il sindaco Monopoli non riesce ancora a sciogliere le proprie riserve su una sua futura ricandidatura, visto che se nell’ipotesi che a Caivano tutto debba tornare com’era e ammesso anche il fatto che le denunce da lui sporte non saranno servite a far luce su un problema annoso come la deframmentazione degli appalti. Allora sembra giusto che lui ritenga vana una sua prossima ricandidatura. Dopo che ha dimostrato ampiamente di non essersi piegato al famoso “ricatto politico”, con queste sue remore dimostra pure di non farsi piegare neanche dal cosiddetto “sistema” se così si può chiamare.

Dal fronte politico ci sono vari scenari in procinto di cambiare ed evolversi. Quello che era stato chiamato il rinnovamento del PD, in realtà, dalle ultime dichiarazioni fatte dal segretario Angelino in occasione del Congresso prima e dell’incontro interpartitico poi, si pensa che per lui non ci sia una speranza ad una candidatura a sindaco. Molto probabilmente si saranno susseguiti eventi o fatti che hanno messo tutti d’accordo sul guardare altrove, forse al passato, visto che tornano di nuovo attuali i nomi di Mimmo Semplice e Luigi Sirico. Allora a cosa è servito quella parvenza di rinnovamento all’interno del Partito renziano di Caivano, quando si presentarono in pompa magna il giovane segretario con un seguito di altrettanto giovani speranzosi, se poi alla fine, quando si tratta di fare le cose serie, vengono tirati fuori dalla naftalina sempre vecchie figure? Due sono le ipotesi, o questo rinnovamento era stato progettato e deciso al tavolino con i senatori del PD per arginare la crisi del partito all’indomani del dissesto oppure Antonio Angelino ha “sacrificato” i suoi giovani amici sull’altare della patria per chissà quali accordi.

Un altro schieramento destinato ad evolversi è quello di centro che per adesso, siccome non si riesce ancora a comprendere se a Caivano ci sarà un bipolarismo o si creerà un centro assoluto, quindi il famoso terzo polo, si è incominciato a sedere al tavolo del centrosinistra, tavolo del quale abbiamo già ampiamente illustrato la cronaca. Da questa parte politica il candidato a sindaco naturale resta ancora Francesco Emione, già assessore e consigliere nelle precedenti amministrazioni, l’architetto caivanese non ha mai nascosto di covare sogni di gloria. Anche se c’è qualcuno sul territorio che pensa che Emione sia molto legato, vista la sua professione, ai settori comunali e per questo potrebbe presentare qualche profilo di conflittualità. In realtà, da alcune indiscrezioni che arrivano in esclusiva a Minformo, pare che parecchi capigruppo del centrosinistra o quelli che dovrebbero coalizzarsi con “Liberi Cittadini” pensano che alla fine, Francesco Emione, sotto sotto, farà un passo indietro, proprio perché si penserà che sarà meglio creare il carrozzone con tutti dentro pur di vincere e con questo, ovviamente, non tutti riconoscono ad Emione quello spessore politico da leader e pensano che l’archittetto, in realtà, non stesse neanche facendo seriamente e che alla fine possa anche cedere il passo a qualcuno più scafato.

Chi ha davvero problemi esistenziali, dal punto di vista politico, invece, è Giuseppe Mellone, che in realtà potrebbe rappresentare un’altra alternativa, quella del centrodestra, ma deve fare i conti con i numeri, visto che ha difficoltà persino a raccogliere consensi per formare la lista di Forza Italia, figuriamoci vedersi a capo di una coalizione. Giuseppe Mellone, in realtà è sempre stato il numero due in Forza Italia, lui era il secondo dopo Monopoli nelle lotte tra i banchi dell’opposizione durante la giunta Falco ed è riuscito a conquistare la poltrona di segretario di partito, dopo le dimissioni del fratello dell’ex sindaco, proprio in virtù delle sue battaglie mosse sul campo. Oggi, non creare la lista o relegare il partito del Cavaliere a fanalino di coda del centrosinistra in un’ipotetica coalizione di salvataggio, rappresenterebbe per l’ex consigliere azzurro un vero e proprio fallimento, sarà ricordato in eterno come il politico che ha accompagnato Forza Italia alla tomba sul territorio caivanese. Praticamente il rischio che corre Giuseppe Mellone è quello di innescare un processo di autodistruzione che per colpa delle sue ambizioni, visto che da delfino di Monopoli ha tentato lo scavalco sfiduciando il sindaco del proprio partito, si ritrova ad essere il fanalino di coda del centrosinistra laddove non fosse in grado di fare un alleanza a destra o al centro.

 

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CAIVANO. Flop Carovana Rosa. Quanto dichiara Dispenza indigna la parte sana della città, compreso il Direttore di Minformo

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CAIVANO – Ero molto combattuto dal dover esprimere la mia opinione su quanto dichiarato dalle autorità caivanesi all’indomani del flop – perché in questa città è ora di dare il nome giusto alle cose – ottenuto all’evento della Carovana Rosa al Parco Livatino.

È giunta l’ora di dire basta alle strumentalizzazioni, alle etichette e agli opportunismi. Caivano è si terra di camorra, di politici corrotti e di assoggettamento alla criminalità. Ma Caivano è anche città di gente perbene, laboriosa, professionisti, artisti e sportivi che militano nelle più alte categorie nazionali.

Il flop all’evento del Giro d’Italia non è dovuto alla mancata voglia di recepire segnali di legalità da parte dei caivanesi come dichiarato dal viceprefetto Filippo Dispenza ma è dovuto ad una scarsa organizzazione e ad una scarsissima Comunicazione e chi lo sta scrivendo, parla con cognizione di causa, dato che si vanta di essere un professionista serio e perbene della società caivanese nel campo della Comunicazione.

Un evento nato e finito nell’inesistenza mediatica assoluta. Nessuno sapeva di questo evento e per giunta organizzato in un Parco, dove bastava solo bonificarlo e sorvegliarlo per sottrarlo ai narcotrafficanti e tossicodipendenti non certamente per usarlo come centro nevralgico degli eventi cittiadini. Un evento locato in un parco dislocato, lontano dal centro, organizzato di mattina quando la gente perbene di Caivano lavora e dove le massaie che avrebbero dovuto accompagnare i figli, non si sarebbero mai sognate di fare chilometri a piedi sotto il sole.

Per questo motivo, chi è incapace di amministrare e chi non conosce il territorio, deve smetterla di fare il Polizione dell’Interpol con la convizione di essere venuto a Caivano a fare una guerra metropolitana contro 36mila camorristi e spacciatori.

Assumersi le proprie responsabilità e ammettere di stare a governare male una città complesssa come Caivano è la prima di ogni azione nobile e onesta che si potrebbe fare.

Perchè se si vuole scendere sul personale contro ogni caivanese – dato che io dalle dichiarazioni di Dispenza mi sento più che offeso – col famoso sistema del “chi songhe io e chi si tu” allora chiedo al viceprefetto Dispenza di spiegare ai caivanesi cosa è successo nel suo recente passato a Vittoria in Provincia di Ragusa quando anche lì ricopriva il ruolo di Commissario Prefettizio?

I colleghi giornalisti siciliani de “isiciliani.it” tra la primavera e l’estate del 2020 scrivevano di un rapporto di amicizia tra il Commissario Dispenza e un certo Antonio Calogero Montante imprenditore ex icona antimafia, condannato in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Scrivevano inoltre, che grazie a tale rapporto si è agevolato l’assuzione del figlio di Dispenza ad opera della Ksm e, in successione, di altre società del gruppo, e che tale assunzione è inserita dagli inquirenti nella lista dei favori richiesti a Montante e da questi concessi.

Sono sicuro che il Dispenza saprà giustificare queste accuse ricevute in passato e sono sicuro che la sua integerrimità farà sì che egli risulti totalmente estraneo a questi fatti ma i quesiti sorgono solo per fare una riflessione insieme al commissario e ai lettori che mi leggono.

Vorremmo essere sicuri che oggi chi ci amministra e chi addita i caivanesi come quelli ostativi nei confronti della legalità sia per primo lontano anni luce da certi ambienti e sapere se sono vere o no quelle notizie riportate dai colleghi. Tutto qui!

Anche perché il Commissario Dispenza, come tutti quanti gli esseri umani, non è un uomo unto dal Signore né detiene il monopolio dell’antimafia ma deve comoprendere solo che è il contesto in cui è stato catapultato è montato solo come un caso mediatico e strumentale e il fatto che oggi tutti i caivanesi siano vittime di etichette e generalizzazioni negative non fa altro che indignare la parte sana della città che stanca ora grida BASTA! Quindi BASTA!

Un umile caivanese onesto stanco delle strumentalizzazioni e che pretende rispetto dalle autorità!

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De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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